Fibra ottica: il progetto Meglio di Open Fiber
Il progetto Meglio, altrimenti detto Measuring Earthquakes signals Gathered with Laser Interferometry on Optic Fibers, è una novità a livello mondiale nel campo del monitoraggio sismico.
I responsabili di questa innovativa iniziativa sono in particolare Open Fiber, la società costituita dal gruppo Enel e dalla CDP (Cassa Depositi e Prestiti) nell’ambito della fibra ottica, in associazione con l’INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), con l’INVG (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), con la Bain&Company e la Mettalurgica Bresciana.
Il progetto prevede l’utilizzo della fibra ottica con il sistema fiber sensing per effettuare delle misurazioni costantemente aggiornate sulle onde sismiche.
La tecnologia del fiber sensing, o sensoristica distribuita, trasforma la fibra in un sensore, consentendo di effettuare varie rilevazioni in tempo reale lungo i cavi, con una risoluzione molto più alta rispetto a qualunque altra tipologia di sensore.
Questa efficace strategia di adattamento parte dal presupposto di sfruttare al meglio le moderne tecnologie sensoristiche in chiave antisismica, per la realizzazione di vere e proprie smart city a prova di terremoto.
Il progetto di sperimentazione, avviato nel 2020, avrà durata biennale.
L’unicità di questa iniziativa è legata in particolare alle modalità di monitoraggio impiegate. La fibra antisismica è infatti il primo approccio sensoristico che impiega fibre in un contesto terrestre, caratterizzato da un’abbondanza di fonti rumorose antropiche, su una rete che veicola allo stesso tempo anche tutti i dati provenienti dal web.
Luoghi e modalità della sperimentazione della fibra antisismica
Per la sperimentazione, non a caso, sono state privilegiate due zone che hanno vissuto in modo diretto le conseguenze dell’attività sismica: l’Abruzzo e le Marche.
Sulla dorsale appenninica, fra Teramo e Ascoli Piceno, sono stati predisposti dei sensori laser interferometrici applicati alla rete in fibra ottica.
La progettazione e l’installazione sono state curate dall’INRIM, che ha reso possibile la compatibilità del sistema con la rete preesistente.
Compito dell’INGV è stato invece il confronto dei dati rilevati con quelli provenienti dai sismografici tradizionali, condivisi con le stazioni sismiche della zona e con stazioni supplementari installate nei pressi della strumentazione Meglio.
L’impiego del fiber sensing ha apportato una notevole quantità di dati, che Bain&Company ha analizzato servendosi di complessi algoritmi. La compagnia si sta inoltre dedicando allo sviluppo a lungo termine di un algoritmo che consenta di rilevare i terremoti impiegando le fibre ottiche già disponibili a livello nazionale.
Le applicazioni della fibra antisismica
Il progetto di Open Fiber parte dal monitoraggio sismico, ma ha molte altre possibili applicazioni.
Potrebbe essere impiegato in futuro anche per rilievi riguardanti il traffico, la circolazione su strade e ponti, le eventuali perdite di condotte energetiche, le problematiche sulle linee ferroviarie e via dicendo.
Il Fiber sensing consente infatti la trasformazione dei cavi in fibra ottica in una sorta di microfoni in grado di rilevare ogni sorta di suoni e vibrazioni ambientali.
Questi sono i vantaggi che derivano dall’impiego di una rete realizzata interamente in fibra ottica, una condizione importante per la semplificazione della vita dei cittadini e la realizzazione di un ambiente più smart su tutto il territorio italiano.
Quando l’analisi dei dati raccolti verrà completata, Open Fiber punterà all’applicazione su tutta le rete. In questo modo l’Italia verrà dotata di un efficace sistema di monitoraggio paragonabile a una sorta di sistema nervoso, che possa rilevare qualunque movimento sismico.
La possibilità di segnalare scosse in arrivo anticipando i movimenti sismici potrebbe rivelarsi un importante vantaggio per la sicurezza nazionale.
La fibra antisismica si dimostra quindi un’iniziativa all’avanguardia e a vantaggio di tutti i cittadini italiani.