Giovedì 21 novembre

La pandemia ha reso la connessione Internet un bene di prima necessità

La pandemia ha reso la connessione Internet un bene di prima necessità

Le restrizioni provocate dalla pandemia

Le restrizioni provocate dalla pandemia sono state davvero moltissime e, nei vari lockdown che abbiamo attraversato ne abbiamo provate davvero di tutti i colori.
Forse, se oggi ci guardiamo indietro e ripensiamo alle settimane più dure, ci sembrano persino surreali.
Non andavamo al lavoro e a scuola, non potevamo uscire se non per recarci al supermercato o in farmacia e, tra l’altro, sempre con l’autocertificaione in mano, non avevamo la possibilità di fare visita ad amici e parenti e, addirittura, in molti casi se stavamo male non potevamo neppure andare dal medico.
Ma come abbiamo cercato di risolvere questi problemi? Semplicemente connettendoci con il resto del mondo in maniera virtuale attraverso Internet.
Ecco perché il web è diventato da quel momento un bene primario a tutti gli effetti, proprio come il cibo, l’acqua e l’aria. E ora che lo è diventato, di certo, lo resterà per sempre.

Perché la connessione Internet è diventata così importante

Durante il periodo della pandemia, la connessione Internet è diventata fondamentale perché ci ha permesso, almeno in parte, di condurre una vita ‘normale’ e di svolgere le varie attività dal salotto di casa nostra.
È proprio in questo periodo che sono comparsi termini che fino ad allora erano sconosciuti ai più. Abbiamo, infatti, cominciato a parlare di ‘smartworking‘ quando, invece, di andare in ufficio, avevamo creato la nostra postazione di lavoro sul tavolo della sala e di DAD quando i nostri ragazzi seguivano le lezioni tranquillamente dalle loro camerette.
Quanti di noi, poi, hanno cominciato a prenotare la spesa tramite i siti di e-commerce per farsela consegnare direttamente a casa. C’è chi, poi, ha sostenuto degli esami all’università o si è addirittura laureato tramite il web.
Ma gli esempi non finiscono qui: abbiamo trascorso insieme Natale, Pasqua e compleanni con i nostri cari anche se eravamo a centinaia di chilometri di distanza.
Pensate quanto ci è sembrato strano, poi, farci visitare dal nostro medico la prima volta attraverso la telemedicina!
E questo ha coinvolto davvero tutti, grandi e piccini. Perfino i nostri nonni sono diventati super tecnologici e hanno cominciato a masticare termini come fibra, Giga e ADSL.
Insomma, un lato positivo della pandemia è stato proprio questo: ha permesso e accelerato lo sviluppo tecnologico che in Italia, forse, era ancora fermo da troppo tempo.

I limiti delle connessioni Internet

È proprio quando qualcosa diventa così importante, però, che si percepiscono subito i suoi limiti nel momento in cui non funziona. E così ci siamo arrabbiati quando la rete non funzionava o era troppo lenta o, ancora, continuava a cadere e non riuscivamo a fare ciò che ci eravamo prefissati.
A tutti noi, infatti, sarà capitato almeno una volta di non riuscire a prenotare la spesa perché il sito era in sovraccarico o di non essere in grado di seguire una lezione scolastica perché mancava la connessione.
Ecco, quindi, che si deve ricorrere ai ripari cercando di potenziare la linea di casa, magari passando alla fibra o cambiando il contratto con il proprio gestore per incrementare i Giga o, addirittura, scegliendo una formula a consumo illimitato.

Il progetto BUL

Sulla base di queste nuove necessità e stili di vita è nato il progetto BUL, Banda Ultra Larga, che ha lo scopo di portare a tutta la popolazione italiana che fino ad ora non la aveva, una rete Internet valida, sicura ed affidabile, ma ad un prezzo accessibile a tutti.
Le regole del mercato, infatti, fanno sì che quando un prodotto o un servizio diventi così fondamentale, i diversi gestori se ne possano approfittare imponendo prezzi di vendita esagerati. BUL cerca proprio di evitare ciò: calmierare i costi anche tra i diversi operatori creando uniformità e, soprattutto, tutelando tutti gli italiani.

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