Un nuovo piano dell’ONU
Internet ha stravolto il nostro modo di lavorare e rapportarci agli altri. Oggi, grazie alle connessioni veloci, possiamo inviare file, effettuare videochiamate, lavorare o accedere alla rete con eccezionale rapidità, il tutto attraverso dispositivi quali smartphone, tablet, personal computer e via dicendo.
La connessione a banda ultralarga, però, è utile non solo per consentire ai paesi industrializzati di progredire rapidamente, ma anche per fornire ai paesi meno sviluppati del mondo di crescere e prosperare.
Da questo punto di vista, la connessione alla rete diventa un vero e proprio meccanismo di inclusività: gli utenti, anche nelle aree contraddistinte dalla povertà, accedendo alla rete hanno la possibilità di entrare in contatto con amici e parenti lontani, nonché di accedere a risorse che, in caso contrario, non sarebbero state accessibili.
Non è un caso che, da questo punto di vista, l’ONU abbia scelto la banda ultralarga come mezzo per abbattere definitivamente le disuguaglianze digitali, con conseguenze positive anche sul piano delle disuguaglianze sociali.
Il report stilato dalla Broadband Commission
Il progetto dell’ONU ha una finalità nobile. L’obiettivo, come già anticipato, è quello di far sì che le connessioni alla rete diventino un’opportunità anche per gli abitanti dei paesi meno industrializzati, contraddistinti da carestie o da economie particolarmente in difficoltà.
Il piano dell’Organizzazione è stato presentato appositamente all’interno di un report, il “State of Broadband Report 2020”, stilato dalla Broadband Commission. Nel documento si fa riferimento alla volontà, da parte delle nazioni più facoltose, di creare strutture e infrastrutture che introducano la connettività nelle zone meno fortunate della Terra, garantendo prezzi ridotti e un uso sempre sicuro della rete digitale.
Attraverso il report, l’ONU ha messo in evidenza anche l’importanza delle reti per l’intera economia globale, dimostrando al contempo come l’assenza della rete nelle aree più povere del pianeta abbia contribuito ad accentuare ulteriormente le disuguaglianze sociali.
Per porre fine alle problematiche enunciate, dunque, l’Organizzazione ha stilato un progetto di grande inclusività, stabilendo obiettivi da raggiungere sia nel breve periodo che nel lungo periodo. Esaminiamoli nel dettaglio.
Le proposte dell’ONU nel dettaglio
Come già anticipato, il progetto dell’ONU è incentrato in larga parte sulla creazione di punti di accesso internet altamente sicuri, caratterizzati da prezzi ragionevoli.
Per raggiungere obiettivi simili, l’impegno delle aziende private operanti nel settore delle telecomunicazioni sarà essenziale: a loro spetterà il compito di creare servizi inclusivi e, allo stesso tempo, costituire network in grado di ospitare una grande quantità di accessi simultanei alla rete; ciò diverrebbe possibile esclusivamente a fronte dell’aumento della capacità di banda della rete, in parallelo ai miglioramenti relativi alla sicurezza in fase di navigazione, un aspetto essenziale per garantire una buona efficienza della rete.
I privati, però, dovrebbero anche poter realizzare infrastrutture che, in caso di emergenza durante la navigazione, possano garantire tutta l’assistenza necessaria per la risoluzione delle problematiche. Particolare attenzione verrà demandata anche alla gestione dettagliata della capacità della rete, così da evitare sovraffollamenti o possibili interruzioni del servizio.
Non meno rilevante è l’importanza rivolta alla determinazione dei prezzi dell’accesso alla rete. In questo caso, lo sforzo dei privati sarà incentrato sulla valutazione della spesa dei cittadini in base alla sussistenza di periodi di crisi o di carestia, così da ridurre i costi a fronte dei problemi sociali in corso.
Particolarmente importante sarà la fornitura di licenze software in modalità gratuita: una simile scelta consente agli utenti dei paesi in difficoltà di fare affidamento sugli stessi applicativi usati nelle aree più sviluppate, seppur a costi minori o nulli. E che dire della fornitura di servizi ICT a basso costo? L’ONU, da questo punto di vista, ha proposto l’abbattimento dei prezzi relativi alla formazione, alle informative governative e all’invio di messaggi e SMS digitali.
Infine, l’Organizzazione spinge per la promozione di servizi che garantiscano la tutela online dei minori, nonché strumenti analitici per esaminare la qualità dei servizi erogati.
Gli impegni dei singoli governi
L’auspicio dell’ONU è quello di vedere più governi impegnati nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. L’ideale sarebbe istituire delle policy governative che, in particolar modo, favoriscano vantaggi rilevanti ai paesi che sfrutteranno le nuove connessioni create.
Ciò significa, di fatto, abbassare i costi fiscali in caso di problemi sociali emergenti, eliminare i limiti relativi alle capacità di supporto della rete (per il medesimo motivo riguardante l’abbattimento dei costi) e garantire il funzionamento costante delle singole reti.
Indispensabile dovrà essere l’impegno governativo dal punto di vista dell’ampliamento del raggio d’azione della banda larga. Allargare la diffusione della rete significa garantire la connettività anche per i territori più marginali, nei quali risiedono gli individui più vulnerabili in assoluto.
Inoltre, per facilitare le operazioni si auspica la rimozione di ostacoli di natura burocratica, in modo tale da lasciare che le industrie possano operare nel settore delle telecomunicazioni in maniera più snella e meno articolata.
La collaborazione tra i governi
Uno degli obiettivi prevalenti comunicati nel rapporto dell’ONU riguarda l’accelerazione nella sottoscrizione di accordi tra i vari governi interessati dal progetto. Da questo punto di vista, le nazioni (sviluppate e meno sviluppate) dovrebbero collaborare tra loro per predisporre piani efficaci di cooperazione digitale, fulcro del possibile successo dell’intera iniziativa dell’Organizzazione.
A testimonianza dell’importanza del progetto, si tenga presente che la Broadband Commission ha intenzione di avanzare la proposta di rendere le reti broadband un diritto universale, così da essere poste sullo stesso piano di altri diritti essenziali dell’umanità.
Infine, l’ONU sottolinea come la fattibilità del progetto sarà condizionata dalla quantità di investimenti pubblici e privati che i governi e le imprese potranno garantire per il raggiungimento degli obiettivi preposti.