Un altro paradosso tutto italiano. Il Bel Paese è nelle prime posizioni, nella classifica europea delle infrastrutture in fibra, ma nelle ultime per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese. In particolare, l’Italia è 24.ma su 28 per il marketing online e 21.ma per il cloud, secondo la Commissione Europea.
PMI e digitalizzazione: solo la metà delle aziende è connessa
Gli ostacoli alla digitalizzazione delle piccole e medie imprese sono molteplici e, tra questi, c’è il tema della connessione in fibra. Il 55% delle Pmi, oggi, è connesso: un balzo di ben 20 punti, rispetto a due anni fa. Il bicchiere, insomma, potrebbe essere mezzo pieno. Purtroppo, però, questo dato nasconde una grande disparità tra le aziende, a seconda della dimensione e della posizione geografica. La sintesi è che tre quarti delle imprese del centro nord con più di 250 dipendenti hanno la fibra, ma solo un terzo di quelle con meno di 5 dipendenti ubicate in zone rurali la possiedono.
Secondo il barometro sulla digitalizzazione delle PMI pubblicato da Ipsos, le aziende che hanno avviato la loro trasformazione digitale hanno 2,2 volte più probabilità di crescere rispetto alle altre. Il 54% di quelle impegnate nella digitalizzazione ha ottenuto, infatti, un miglioramento della soddisfazione del cliente, il 42% ha registrato una migliore redditività e il 37% è riuscito a sviluppare nuovi servizi.
La spinta del Covid
La pandemia è stata, certo, un acceleratore per un gran numero di PMI. Messe praticamente con le spalle al muro dal Covid , molte aziende hanno dimostrato agilità e ingegnosità: il 61% di quelle rimaste in attività durante il lockdown, per esempio, ha utilizzato nuove modalità di lavoro e sperimentato strumenti alternativi.
Tuttavia, con i tempi che corrono, tra danni economici accumulati, inflazione e crisi economica, per ben il 35% dei dirigenti le priorità sono altre:
• mantenere un’attività sostenibile e sicura
• ridurre i costi identificando leve di automazione dei processi
• riconquistare il mercato affiancando i clienti
• comprendere gli impatti e trasformare servizi e modelli.
Solo 1 impresa su 8 vende online
Non è tutto. C’è anche un altro dato, se possibile, anche più inquietante: tra le aziende digitalizzate solo una su 8 vende online. In Germania, per esempio, questo rapporto è praticamente doppio.
Il ritardo è particolarmente visibile quando si fa riferimento ai criteri per misurare l’adozione di soluzioni digitali da parte delle PMI, come la presenza sui social network, le vendite online o l’utilizzo di Internet per migliorare la produttività.
PMI e digitalizzazione: clienti più connessi delle imprese
La panoramica della digitalizzazione delle PMI italiane stride, poi, con un dato di fatto: i consumatori nostrani sono in netto vantaggio rispetto agli europei quando si tratta di effettuare acquisti online. Il 65% degli italiani, infatti, fa shopping in rete, contro il 53% dei cittadini dell’UE e una media del 60% dei residenti nelle cinque principali economie europee.
Alcuni settori sono più avanzati
Il rapporto della Commissione europea sottolinea, tuttavia, che alcuni settori sono più avanzati. Una PMI su 6 nel settore del turismo, per esempio, vende online, adattandosi efficacemente alle mutevoli esigenze dei consumatori, curando la propria immagine e usando correntemente le piattaforme digitali.
PMI e digitalizzazione: le ragioni del ritardo
La questione dei ritardi sembra avere una causa chiave: la mancanza di competenze interne. La particolarità della dimensione delle PMI le obbliga, insomma, a cercare una pecora a cinque zampe, capace di occuparsi di commercializzazione, vendita e produzione insieme, individuando e implementando soluzioni semplici ma utili.
Recuperare è urgente
Il ritardo sembra, comunque, urgente da recuperare, se si considera che, secondo Facebook, l’e-commerce ha contribuito negli ultimi anni al 40% della crescita totale delle vendite in Italia. Le transazioni online sono cresciute quasi 20 volte più velocemente di quelle complessive. Navigare per credere.