Mercoledì 30 ottobre

Unicef: presentato il nuovo Rapporto sull’intervento umanitario 2019


L’appello alla solidarietà stima 3,9 miliardi di dollari necessari a garantire i servizi di base per lo sviluppo dei minori

L’edizione per il 2019 del “Rapporto sull’intervento umanitario” dell’UNICEF evidenzia la gravità di numerose emergenze internazionali che incidono su bambini e famiglie, ma delinea anche le modalità proposte per rispondere a queste crisi. L’appello alla solidarietà include una cifra di 3,9 miliardi di dollari: la stima del necessario per poter fornire assistenza a oltre 40 milioni di bambini colpiti da conflitti di guerra o disastri naturali.
Milioni di bambini senza accesso a servizi di protezione dei minori
Purtroppo, è continuamente in crescita il numero di bambini che vivono in paesi colpiti da conflitti e calamità. Nell’ambito di situazioni del genere, caratterizzate da vere e proprie crisi umanitarie, è molto difficile garantire l’accesso ai servizi di protezione dei minori che sono ritenuti fondamentali per garantire non soltanto la sicurezza del loro quotidiano, ma anche il benessere delle condizioni future in cui vivranno.
385 milioni di dollari per proteggere i minori
L’azione umanitaria dell’UNICEF per i bambini concentra il suo impegno nel consentire a 41 milioni di bambini in 59 paesi di tutto il mondo la possibilità di poter fruire di acqua, alimentazione, educazione scolastica, strutture sanitarie e soprattutto di un programma dedicato alla protezione dei minori. I finanziamenti per i servizi di protezione di questo tipo rappresentano 385 milioni di dollari dell’appello complessivo, di cui quasi un terzo dedicato ai minori colpiti dalla crisi siriana: una somma enorme che fa riflettere su quanto sia drammatica la situazione odierna.

La protezione dei minori: un servizio da garantire sempre e ovunque

“Oggi milioni di bambini che vivono conflitti o disastri subiscono livelli orribili di violenza, angoscia e traumi”, ha dichiarato duramente il direttore esecutivo dell’UNICEF Henrietta Fore. “L’impatto del nostro lavoro di protezione dei minori non può essere sopravvalutato. Quando i bambini non hanno luoghi sicuri dove giocare, quando non possono riunirsi alle loro famiglie, quando non ricevono supporto sul piano psicologico e sociale, non potranno neanche guarire dalle cicatrici invisibili della guerra”. L’UNICEF stima che oltre 34 milioni di bambini che vivono in contesti problematici non hanno la garanzia di essere protetti.
Il numero è particolarmente allarmante se si pensa che, secondo il rapporto, si parla di “quasi 7 milioni di bambini nello Yemen, 5,5 milioni di bambini in Siria e 4 milioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo (RDC)”. I servizi di protezione dei minori comprendono tutti gli sforzi necessari a prevenire e reagire ad abusi fisici e psicologici, abbandono, sfruttamento o traumi. Assicurarsi che un sistema umanitario del genere sia attivo in situazioni di conflitto o calamità è l’impegno primario dell’UNICEF, che si preoccupa soprattutto della sicurezza e del benessere dei bambini. I minori che sono continuamente esposti alla violenza o ai conflitti sono, infatti, a rischio di vivere in uno stato di stress incisivo sul loro sviluppo psicologico: una condizione che, senza il giusto supporto, può portare a conseguenze negative per tutta la vita nell’ambito del loro sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Alcuni bambini colpiti dalla guerra, dallo sfollamento e da altri eventi traumatici, infatti, come la violenza sessuale e di genere, richiedono cure specialistiche per aiutarli a far fronte a queste difficoltà e riprendersi.

La discrepanza tra aiuti finanziari necessari e quelli realmente forniti

Una delle sfide che l’UNICEF deve affrontare quotidianamente riguarda gli ostacoli che vengono opposti all’appello alla solidarietà portato avanti dall’organizzazione. Nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, l’UNICEF ha ricevuto solo un terzo della somma richiesta per i programmi di protezione dei minori nel 2018, mentre circa un quinto dei finanziamenti per la protezione dei minori per i bambini siriani è stato disatteso. “Fornire a questi bambini il sostegno di cui hanno bisogno è fondamentale, ma senza un’azione internazionale significativa e sostenuta, molti continueranno a cadere nelle fessure”, ha dichiarato Manuel Fontaine, direttore dei programmi di emergenza dell’UNICEF. “La comunità internazionale dovrebbe impegnarsi a sostenere la protezione dei bambini nelle emergenze”.

Sempre più paesi sono coinvolti in conflitti interni o internazionali

Il 2019 segna il trentesimo anniversario della Convenzione sui diritti del fanciullo e il settantesimo anniversario delle Convenzioni di Ginevra, eppure oggi è possibile notare un record di paesi coinvolti in conflitti interni o internazionali, un numero di gran lunga maggiore rispetto a quello registrato in qualsiasi altro periodo degli ultimi tre decenni.
A quali paesi è rivolto in particolare l’appello
I cinque maggiori appelli individuali sono rivolti ai rifugiati siriani e alle relative comunità ospitanti in Medio Oriente (si tratta di 904 milioni di dollari), ma anche a paesi come Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Siria e Sud Sudan.

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